Un'orda gonfia di birra da orinare sulla statua di Giordano Bruno

Roma Feyenoord

Un tagliagole dell’ISIS brandisce la spada accanto alla Lupa Capitolina decapitata. Immaginavo fosse l’ennesima vignetta satirica. Oppure l’ennesimo logo per la propaganda terroristica fatalmente puntata sulla Città eterna, per mantener fede alla minaccia già eloquentemente annunciata. E invece no. La vignetta era stampata sugli adesivi ostentati dai tifosi olandesi venuti a godersi un’amena partita con la Roma.

È curioso, mi ero già rassegnato all’idea agghiacciante che sarebbero approdati qui da me in Sicilia, a qualche miglio dai conflitti in Libia, sotto la copertura dei barconi di immigrati nel Mediterraneo, stando ai documenti segreti dei jihadisti, lasciati ”filtrare” dai servizi segreti britannici.

Mi accorgo invece, che è così tanto più semplice arrivare nel cuore del cuore della capitale. Mimetizzarsi tra qualche migliaio di altre teste calde, in barba alle nostre forze dell’ordine, e colpire al cuore i simboli più rappresentativi dell’arte, della cultura e del libero pensiero del nostro paese. La gente in Campo de’ Fiori non ha mancato di notare come gli hooligan abbiano fatto i loro bisogni sul monumento a Giordano Bruno. Questo, guarda caso, a ridosso delle celebrazioni dell’anniversario di Giordano Bruno condannato al rogo proprio in Campo de’ Fiori, oggetto di importantissimi eventi nel mondo della cultura, in corso nell’intero arco della settimana, come quella organizzata dalla Giordano Bruno Society a Napoli presieduta dallo scrittore Guido Del Giudice.

Napoli mostra una volta ancora, grande sensibilità a conservare memoria delle nostre tradizioni culturali e delle radici fondanti del libero pensiero.

È difficile far finta di non accorgersi come gli obiettivi degli atti di vandalismo di ieri a Roma siano stati programmati con lucida strategia. Essi rappresentano un’esemplare apripista a qualsiasi possibile futura incursione, dal momento che meglio non si sarebbe potuto mettere a nudo tutta la nostra vulnerabilità a far fronte alla minaccia terroristica, nonostante ci sia stata già efficacemente annunciata senza mezzi termini.

Possibile che sia sfuggito a tutti i nostri politici la più semplice evidenza?

Che abbiano voluto oltraggiare quell’indiscusso capolavoro rappresentato dalla più bella piazza del mondo, può essere interpretato uno sfregio ad una delle icone più rappresentative della cultura artistica italiana. Ma imbrattare coi propri bisogni la memoria di Giordano Bruno null’altro esprime che un intollerabile disprezzo per quanto idealmente rappresenta nella nostra sensibilità culturale. Soprattutto un emblema dell’irriducibilità del libero pensiero.

Forse, la ricorrenza dell’anniversario di Bruno sfugge ai nostri politici per ignoranza?

O piuttosto, per la vergogna dell’errore di quell’orrore lasciato impunemente perpetrare.

Per come la vedo io, tale omissione è l’ennesima prova di come anche l’oblio di quanto sarebbe nostro dovere ricordare con rispetto, non è meno colpevole dell’infangarne la memoria.

“… Perpetuo silenzio, né potersi più parlare, scrivere, dire, citare il passato di nessuno; che un eterno oblio li seppellisca.” Così raccomandava coscienziosamente Maria Carolina d'Austria al cardinale Ruffo in nome dell’ordine e della fermezza indispensabili ad addomesticare “il Genio della libertà” agognata da Napoli.

Elviro Langella

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Elviro Langella è nato il 3 luglio del 1950 a Torre Annunziata (Napoli) e vive oggi a Giardini Naxos in Sicilia.

Ha insegnato per 35 anni la Storia dell’arte nei licei, promuovendo iniziative per sensibilizzare attivamente i giovani ad un consapevole accostamento alla ricchezza dell’inesauribile patrimonio artistico del Paese, attraverso linguaggi espressivi ad essi congeniali ed in linea con i new media. (continua...)

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