Elviro Langella

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Il Fuoco, La Spada, Il Leone

Parte 2 . Presentazione del progetto multimediale al Liceo artistico di Castellamonte

Torre Canavese, Torino maggio 2012

1a sezione dell’installazione: Arcani Miti Interpretati. Esposizione dei lavori del Liceo “Faccio” sul tema

La sezione che mostra al pubblico i lavori curati dal liceo “Felice Faccio” di Castellamonte introduce l’itinerario suggerito al visitatore per un approccio e una fruizione completa delle diverse sezioni allestite nell’installazione. Questi lavori si ispirano a sculture della cinquecentesca Collezione Giustiniani quali apparivano nell’originario splendore della villa a Bassano Romano (Viterbo) prescelta da Fellini per l’ambientazione delle sequenze notturne di un’improbabile “caccia ai fantasmi” nella Dolce vita del 1959. [vedi http://www.elvirolangella.com/private/il-fuoco-la-spada-il-leone/] Scene che mostrano, in realtà, i giochi oziosi di una certa nobiltà romana annoiata in cerca di insulse eccitazioni. Assieme a Marcello – Marcello Mastroianni, immancabile protagonista dei sogni felliniani – siamo condotti al lume di antichi candelieri, dentro un dedalo infinito di sale e sentieri fra siepi di bosso, tra evocazioni spiritiche e trasgressioni erotiche, in un inebriante cammino verso l’alba. Sostiamo un attimo accanto all’erma del Minotauro rintanato nel sottobosco. Si direbbe non a caso, giacché il parco-labirinto, altro non è che la ricorrente metafora del perdersi per ritrovarsi che caratterizza un aspetto importante della poetica di Fellini.

In particolare, il gruppo plastico sviluppato dai giovani del liceo “Faccio” rappresentante il dio Esculapio assieme ad Igea, al fianco del Gladiatore Giustiniani nell’atto di uccidere un leone, funge da autentico portale d’accesso al nostro percorso orientato nello spazio dell’installazione. Di fatto, nel disegno iconologico originario dell’erudito marchese Giustiniani soggiacente al progetto della villa, questo gruppo scultoreo introduce verosimilmente ad un percorso iniziatico. Le tre sculture coronano una spalliera della peschiera situata in mezzo agli altri siti naturalistici del parco, non meno significativi e un tempo di straordinaria bellezza. Ad un tal viaggio siamo quindi, invitati dalle figure del mito sotto la vigile scorta del dio della medicina e di sua figlia che allegorizza la salute . Un vero viaggio dell’anima di cui si ha sentore solo in quei siti d’arte nati dal genio congiunto di artisti ispirati da mecenati della stessa caratura culturale di Vincenzo Giustiniani.

Torre Canavese, Federico Fellini

Il contributo che desideriamo offrire alla creazione dell’evento previsto a Torre Canavese nasce in continuità col percorso già felicemente tracciato dagli allievi del “Faccio”. Troviamo altrettanto suggestivo il tema dell’esplorazione notturna che Fellini mette in scena sullo sfondo degli affreschi allegorici nel dedalo di sale, dei Cesari, di Innocenzo X, nelle stanze del Domenichino, del Cavalier Borghese, sotto i cieli zodiacali dell’Olimpo di Francesco Albani, o piuttosto nell’intrico labirintico del parco che si snoda tra “il teatro di Navona, la piazza della Rocca, Monte Parnasso, il viale d'Esculapio” e i mille altri.

Torre Canavese, Federico Fellini