La Cappella Sansevero
Il Tempio dello Spirito del principe-alchimista Raimondo di Sangro

Presentazione multimediale a cura di Elviro Langella

Lunedì 19 settembre ore 10, Liceo Artistico "Felice Faccio" Castellamonte (TORINO).

Interverranno:

Foto di gruppo Da sinistra: Prof.ssa Caterina Mazzone, Dott. Silvio Palombo, Prof. Ennio Rutigliano, Prof. Elviro Langella, Dott.ssa Nella Pasqualina Falletti

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Desidero esprimere la mia gratitudine al Dott. Antonio Bernini, Sindaco del Comune di Vidracco (Torino) e in modo speciale, al Dott. Silvio Palombo, Assessore alla Cultura, per la sensibilità mostrata alle finalità della manifestazione e l’impegno con cui ne ha permesso la fattiva realizzazione. Analoga sentita riconoscenza va al Prof. Ennio Rutigliano, Dirigente del Liceo Artistico “Felice Faccio” per l’ospitalità e la sollecita disponibilità organizzativa. Nonché all’ Architetto Antonio Balestra nella qualità di Vicepreside, assieme ai collaboratori e ai giovani di Castellamonte. Grazie, infine, all’infaticabile amica Shama Viola – Manuela Terraluna – e alla comunità di Damanhur.

Elviro Langella

Martedì 20 settembre ore 18, DAMANHUR Crea Via Baldissero, 21- Vidracco (Torino)

damanhur, elviro langella foto di gruppo Nella foto :
STAMBECCO PESCO – assessore alla cultura di Vidracco – accanto a SHAMA VIOLA, organizzatori della presentazione; sulla destra ANTILOPE VERBENA. responsabile e docente dell’UNIVERSITÀ OLAMI DAMANHUR

Sullo sfondo :
la GALLERIA permanente dei QUADRI SELFICI di OBERTO AIRAUDI, ispiratore della Federazione di DAMANHUR e dei TEMPLI dell’UMANITÀ

ringrazio GNOMO ORZO esperto ricercatore di Alchimia della Federazione di Damanhur per aver curato la trasmissione integrale della conferenza visionabile in rete su www.livestream.com/damanhur :
“L'alchimia di Raimondo de' Sangro - Elviro Langella”.

Omaggio a Raimondo di Sangro, principe di Sansevero, nel trecentenario della nascita.

La nostra iniziativa intende fornire un contributo culturale alle celebrazioni tenute in molte città d’Italia estese ancor oltre l’arco del 2010.

A Raimondo di Sangro, accademico della Crusca, mecenate e genio ispiratore di un’innovativa pagina d’arte del ‘700 napoletano, si riconosce la paternità di sorprendenti invenzioni, nonché un’ineguagliata abilità nell’addestramento militare delle truppe del Regno, codificato in trattazioni apprezzate in tutta Europa, sulla tattica e sull’ingegneria militare. Un personaggio di così singolare vivacità intellettuale rivela un complesso profilo ancor oggi inesplorato, nel quale l’anima del secolo dei lumi convive dialetticamente accanto a più insospettati sconfinamenti nei saperi esoterici e nell’alchimia.

Proprio questa apparente contraddizione, unitamente alle sofferte vicissitudini a seguito della sua adesione alla Libera Muratoria, che intese abbracciare le più nobili aspirazioni filantropiche di un intimo perfezionamento culturale volto al bene collettivo, ha contribuito sia pure incolpevolmente, ad offrire spunti per descrizioni leggendarie che finiscono spesso per non rendergli giustizia e anzi, tornano ancora ad appannarne la vera identità nell’immaginario collettivo. Ricacciata dentro le ragnatele fuligginose dell’infausta fama di stregone, coniata ad arte dai denigratori suoi contemporanei, la figura del Sansevero non sarebbe sfuggita all’accanimento inquisitorio che ebbe il suo esito fatale con la scomunica e la repressione antimassonica.

La Cappella Sansevero, prezioso scrigno della scultura settecentesca napoletana, indiscusso capolavoro di Raimondo, è oggetto delle più disparate interpretazioni. Nella teoria di statue allegoriche di impressionante virtuosismo, si coglie, talvolta, la metafora dell’ambiziosa ricerca dell’alchimista avviata sugli impervi sentieri della “Grande Opera”.

Talaltra, invece, la Cappella sembrerebbe incarnare il Tempio dell’illuminazione massonica auspicata e ritualmente invocata nelle logge dei Liberi Muratori di cui egli fu l’anima unificatrice, eletto a Primo Gran Maestro della Massoneria italiana.

La manifestazione intende offrire nuove chiavi di lettura per gettar luce sui reali significati della Cappella spingendosi oltre l’analisi estetica, a rimuovere il velo del raffinato codice simbolico deliberatamente impenetrabile al profano, elaborato dal principe anche attraverso la pubblicazione della sua monumentale “Iconologia”. Uno degli obiettivi della manifestazione, è mirato a comunicare un’immagine di Raimondo di Sangro rispettosa della sua profonda aspirazione alla libertà di pensiero e di ricerca, con particolare riguardo alle sperimentazioni scientifiche, ferocemente avversate dagli epigoni dell’Inquisizione e di un sistema di potere oscurantista, che non risparmiò i noti, abietti strumenti persecutori, falciando luminose intelligenze versate nelle più varie forme di espressione del sapere, vittime di inaudita intolleranza e sistematica violenza repressiva.

Il coraggioso messaggio portato da Raimondo di Sangro di instancabile, entusiastica fantasia creativa, e addirittura, di irriducibile ironia, si staglia sullo sfondo dello scenario epocale così ostile, in forza del suo caparbio impegno a osare sfidando la tirannia dei limiti imposti dall’orizzonte storico.

È questo suo innato “gene di Ulisse” a muovere uno straordinario viaggio, animato dalla tensione morale del movimento e orientato alla ricerca del faro della ragione. I marmi parlanti del vulcanico Sansevero, benché ridimensionato nelle legittime aspirazioni alla libera espressione dei suoi ideali, a tre secoli di distanza, non sembrano affatto scalfiti da alcun malinconico sentimento di sconfitta.

L’opera insuperata di un tal genio incarna, piuttosto, le attese di tanti illuminati spiriti del suo tempo che furono suoi fratelli e divisero eroicamente un’identica passione in ambiti pur diversi, ansiosi di riscattare dall’orrida prigione di tenebre eretta dal potere, la luce che anima in ogni tempo l’uomo libero.

Elviro Langella

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