21 dicembre 2010, Napoli - La favola alchemica di Raimondo di Sangro
Conferenza stampa della mostra.

Il 21 dicembre alle ore 10,30, nella Sala della Loggia del Maschio Angioino, si terrà
una conferenza stampa finalizzata alla presentazione di una mostra iconografica nel
Trecentenario della nascita di Raimondo di Sangro, principe di Sansevero, programmata a
Napoli per questa primavera.
In apertura della presentazione verrà distribuita ai giornalisti intervenuti il libro-catalogo che
illustra in anteprima, la galleria di immagini documentali che la compongono.
Relazionerà in merito alle finalità culturali dell’iniziativa, il prof Elviro Langella, referente del progetto.
Nell’occasione, sarà donata all’Assessore alla cultura Nicola Oddati, la riproduzione della stele commemorativa dell’opera del Sansevero, ispirata appunto, alle sculture della sua nota Cappella napoletana.
La presentazione ospitata al Maschio Angioino si inserisce nell’ambito del progetto “SOL INVICTUS” che promuove questa mostra itinerante in un programma più generale di diffusione della figura rappresentativa del di Sangro già in corso in molte altre città italiane.
La stele che sarà parte integrante dell’allestimento della mostra, ritrae l’immagine ideale
della madre di Raimondo quale appare nella Cappella Sansevero nei tratti della Pudicizia
scolpita da Antonio Corradini sulla sepoltura di Cecilia Gaetani dell’Aquila d’Aragona.
Scomparsa appena ventenne, nello sfortunato Natale del 1710, ella affiora nel nudo velo
d’una allegoria della Natura rifiorita tra serti di rose, mentre l’albero sacro della Vita al suo
fianco erompe dal vuoto sepolcro, infranto con la forza delle proprie profonde radici.
Sotto l’analogo velo, il Cristo, opera del giovane artista napoletano Giuseppe Sanmartino, si
ridesta alla vita, vittorioso sulle tenebre della morte.
La stele è decorata dal logo creato per l’occasione recante il motto: “VIR MIRUS, AD OMNIA
NATUS, QUAECUMQUE AUDERET”, sovrapposto all’originario pavimento labirintico della
Cappella. La lastra curva a mo’ di orologio solare, sullo sfondo della velata, reca inciso
il simbolico tracciato topografico dell’antica Neapolis. sulla scorta della ricostruzione di
Dicearco di Messina (Messina, 350 – 290 a.C.). Il filosofo e geografo che ne tramanda la
fondazione nel giorno degli auspici del solstizio d’inverno descrivendo dettagliatamente il
rito delle sapienti geometrie sacre a Pitagora, che avrebbero ispirato l’originario disegno
dell’impianto urbanistico “per propiziarsi la benigna disposizione della divinità che governa
il mondo verso la nascente città solare”.